“Recensione” assolutamente (s)oggettiva del film
Ho aspettato questo momento per sette anni (con almeno altre 91 mila persone in tutto il mondo). Eppure, vi stupirò, ho visto il film solo una volta. Una singola volta.
Questo comportamento mi ha colta di sorpresa. Insomma, da sette anni vedo e rivedo la serie a ciclo continuo. Perché con il film stavo reagendo in maniera così diversa?
All’inizio ho scambiato la mia poca voglia di rivedere il film con insoddisfazione. Allora ho riflettuto su questa opzione e l’ho scartata. Il film mi ha lasciata pienamente soddisfatta. Non avrei voluto nulla di più, né nulla di meno. Poi ho capito: da brava Neptune-addicted avevo bisogno di far scemare l’effetto della dose precedente prima di volerne ancora. Vi informo che 10 giorni dopo aver visto il film, non mi sento ancora pronta per il re-watch.
Insomma, sono una backer, una fan, una “dipendente” pienamente soddisfatta, che vuole solo evitare l’overdose. E tutto ciò grazie a Rob Thomas. Rob Thomas è un genio.
Certo è un’affermazione di tutto rispetto, anche se sono convinta che molte delle persone che hanno lavorato con lui la sottoscriverebbero in pieno. E in questa recensione (che parolone) a puntate, vorrei spiegare a tutti voi perché.
Attenzione: se non avete visto il film, fermatevi qui. Spoiler alert!
Bene, dove eravamo rimasti?
Ah si, alla mia affermazione sulla genialità di Rob Thomas, padre di Veronica Mars e del suo mondo. Vi dirò di più: Rob Thomas è un genio su più livelli!
1. Veronica Mars – il film è stato finanziato dai fan. Dopo sette anni dalla cancellazione della serie, sette anni in cui il mondo della serialità ha regalato ai telefilm-addicted alcune perle che avrebbero potuto tranquillamente farci dimenticare la minuta detective e il suo universo. Eppure non è stato così: non solo non abbiamo dimenticato Neptune e i suoi abitanti, ma addirittura abbiamo lottato per far sì che l’ingiusta cancellazione ad opera della WB venisse revocata. I fan più accaniti hanno spedito barrette di cioccolato, mail imploranti, minatorie, hanno continuato ad animare il web con commenti, immagini, gif nostalgiche.
Perché è accaduto tutto ciò? Perché Rob (e Kristen con lui) non ha mai mollato la presa, girando un episodio pilota per la quarta stagione, raccontandoci una Veronica matura e adulta, coraggioso agente dell’FBI. E così Rob ha alimentato il nostro subconscio, facendoci immaginare per tutti questi anni che Veronica sarebbe potuta crescere, diventare adulta e offrirci ancora molti momenti assieme. La carta dell’agente FBI del futuro ci ha permesso di focalizzare Veronica in un futuro non troppo preciso, né troppo vicino. Per questo a sette anni di distanza nessuno ha storto il naso: ci immaginavamo tutti come sarebbe potuto essere.
Penso che se la quarta stagione mai realizzata ci fosse stata presentata con Veronica al college – non offrendici mai un’immagine matura della nostra detective preferita – noi fan non avremmo potuto continuare a volere Veronica, e soprattutto non avremmo potuto accettare così facilmente un film sette anni dopo. Rob è stato davvero lungimirante, e nei sette anni che ci separano dall’addio della serie, ha sempre tenuto alta l’attenzione sulla sua creatura, tanto che dopo anni e anni, alla sua chiamata abbiamo risposto in massa.
2. Il film è riuscito a realizzare tre scopi difficili da coniugare. Ma andiamo con ordine.
Il film e il difficile rapporto con i fan… insomma, chi di voi non ha temuto nemmeno per un secondo che il film deludesse le sue aspettative? Siate sinceri!
E invece Rob, gli autori e gli attori sono riusciti a regalarci un bellissimo film, omaggio agli appassionati, ai fan, ai nostalgici. A chi da sette anni ripete le battute della serie, dopo averla vista e rivista un numero non ben definito di volte.
Beh, partiamo dal fattore più oggettivo: i personaggi che ci hanno emozionato così tanto ci sono (quasi) tutti. Il primo che incontriamo, esclusa la protagonista (senza la quale il film non si sarebbe mai potuto fare), è Stosh “Piz” Piznarsky. Il bravo ragazzo che nella terza stagione diventa il nuovo ragazzo di Veronica. Diciamocelo, in un telefilm così noir, una figura tanto ingenua e naif può suscitare affetto e tenerezza, ma non potrà mai essere l’uomo giusto per Veronica. Eppure, nove anni dopo, Rob ci presenta una Veronica in versione quasi avvocato di New York, che sta con il bravo ragazzo di sempre.
Capelli lisci, ordinata, severa. Veronica Mars a NY
Ma la cosa non può funzionare, lo sappiamo tutti, e non solo perché abbiamo visto il trailer e siamo LoVe shippers. Lo capiamo nel momento in cui (terza scena del film) Veronica alza gli occhi verso la televisione che trasmette un notiziario, ed eccolo tornare prorompente come sempre. Logan Echolls, l’ex “obligatory psychotik jackass”, l’ex nemico giurato – amico – fidanzato – nemico – fidanzato – amico – fidanzato – “sei fuori dalla mia vita per sempre” della nostra protagonista. Bastano poche parole “Veronica, I need your help” e il gioco è fatto. Pochi fotogrammi dopo, Veronica atterra all’aeroporto di Neptune, e Logan in divisa bianca della marina militare le va incontro con il solito sorriso sornione. Ecco, questa (oltre ovviamente alla scoperta del colpevole) è la scelta del film che più mi ha stupita, e forse quella che mi convince meno. Ma Rob ha argomentato molto bene questa decisione: la redenzione di Logan, il passaggio dal ragazzino disturbato che distruggeva i fari della macchina di Veronica, doveva arrivare a compimento. Quale migliore modo che non diventare un uomo al servizio della propria nazione?
“You should only wear this”
Eccessivo? Forse, eppure, è una scelta stilistica che posso tranquillamente accettare.
Il personaggio che fa la sua comparsa nella sequenza successiva è il meraviglioso padre di Veronica, Keith Mars. Il padre perfetto, che nonostante gli anni passino, ritiene che la sua bambina abbia otto anni, e debba essere protetta. In questo caso, protetta da sé stessa. Per tutto il film, il saggio investigatore (il cui doppiatore è stato tristemente cambiato nella versione italiana, con mio profondo rammarico) cerca di allontanare Veronica dalla cittadina californiana e dall’evidente e crescente desiderio di tornare a fare l’investigatore che guida la nostra protagonista verso un graduale allontanamento da New York, dalla professione di avvocato, da Piz. E così, uno dopo l’altro appaiono sullo schermo: Wallace, Mac, Gia, Corny, Leo, Saks, il preside Clemmons, Madison… tutti fanno l’inchino al pubblico e lo salutano raccogliendo l’applauso. Non è facile sopportare la velocità di queste comparaste, ma del resto Rob aveva a disposizione solo 107 minuti. E doveva sviluppare anche un caso!
Il cast fotografato da EW
Personalmente ho sperato fino all’ultimo momento che comparisse Duncan. Non perché io adori quel personaggio, ma perché è una delle travi portanti della serie! Però, c’est la vie!
Il secondo scopo raggiunto è quello di entusiasmare. Certo, il caso di fronte a cui si trova Veronica non è degno di un giallista nordico, né il modo in cui lo risolve mostra particolare acume e genialità. Eppure la sensazione che lascia in bocca non è quella di “banalità”, bensì di ritorno alle vecchie abitudini. In fin dei conti, Veronica Mars non è Olivia Dunham e Neptune in fin dei conti è solo una cittadina di provincia. Il caso è costruito bene (eccezione fatta forse per il “colpevole maximo” che è un perfetto sconosciuto… non poteva essere stato Corny, per quanto io lo adori), e c’è la giusta dose di souspance e di azione.
I diversi livelli sono ben intrecciati, e le trame sono costruite rispettando un perfetto equilibrio. Il caso, il ritorno, l’addio… tutto combacia! Peccato che comunque alcune questioni in sospeso causa cancellazione siano rimaste tali. Ma mica potevamo avere tutto, no.
Però alcuni di questi punti vengono certamente chiusi grazie al film, che riesce nel suo obiettivo dichiarato: mettere la parola fine. Ora sappiamo che Keith ha perso le elezioni, e che ha visto la sua reputazione definitivamente distrutta. Veronica, dopo un anno alla Hearst, ha abbandonato il nido, fuggendo il più lontano possibile. I suoi amici sono rimasti a Neptune, e sono andati avanti nelle loro vite. Logan ha deciso infine di redimersi. E infine, la vita amorosa di Veronica. Se anche all’inizio del film Veronica sta con Piz, i due si sono incontrati a New York dopo anni. Grazie! Finalmente sappiamo cosa è successo dopo quella triste giornata di pioggia!
Eppure Rob Thomas ha osato di più. Perché ha riaperto i giochi: per quanto il film abbia effettivamente una fine, si aprono un sacco di porte. Veronica torna in una Neptune più sordida e corrotta di prima. Lei e Logan si tuffano in una relazione a distanza. Mac ha tutta l’aria di lavorare alla Mars Investigations… e a pochi giorni dal lancio del film, già in molti parlano di un possibile sequel! Perché no!
3. E da questa osservazione vorrei lanciarmi nell’ultimo punto che vorrei analizzare. Rob Thomas è un genio, un vero pusher, perché per sette anni ci ha fatto sperare nel ritorno di Veronica Mars. Ora abbiamo avuto la nostra dose. E lui che fa? Ce ne promette ancora. Ci racconta di un libro (che da brava Neptune-addicted ho già ordinato; voi che aspettate?) che ripartirà da dove il film ci ha lasciati. Ci promette una web-series con quel pazzo di Ryan Hansen. Divaga sui possibili film che seguiranno questo primo episodio. Continua a parlare del progetto, rilasciando interviste, narrazioni, video.
E noi, come possiamo rinunciare alla nostra dose?
Io no di certo! E sono disposta ad aspettare.
“Cosa sono per noi 7 anni, Veronica?”